mercoledì 24 agosto 2016

SALUTI CHE SEMBRANO ADDII

Detesto questo momento. Quando devi salutare tutti perchè non vedrai più nessuno di loro per dieci mesi: parenti, amici, conoscenti, amici di famiglia, il tuo parrucchiere, il dentista, i professori.... Non importa a chi devo dire "Ciao, ci vediamo l'anno prossimo!", sono comunque sicura di due cose: la prima è che probabilmente farò in tempo a vedere quella persona altre mille volte, e a salutarla ogni singola volta come fosse l'ultima prima di partire, e la seconda è che, in ogni caso, sarò triste.
Perchè non puoi fare a meno di chiederti se quando tornerai il vostro rapporto sarà uguale, se lui o lei sarà uguale o si comporterà diversamente con te; non puoi fare a meno di comandarti se ti mancherà, e quanto ti mancherà. Ogni singola cosa che qui, in Italia, sembrava un'abitudine e qualcosa di poco importante, la sarà qualcosa di cui sentirai la mancanza: così le chiaccherate mattutine con gli amici del pullman, oppure con la bidella a scuola saranno insostituibili. Tu sai per certo che in qualunque posto tu andrai certe cose non puoi che trovarle a casa tua. Allora inizi a sperare che ovunque tu andrai troverai qualcosa, non di simile, ma di paragonabile e sostituibile a quelle abitudini che però, senza che neanche te ne accorgessi, ti facevano sentire felice e ti miglioravano la giornata.
E in quest'ottica ogni saluto diventa un po' straziante; persino quello delle persone con cui non avevi legami particolari, o addirittura con cui litigavi più spesso.



Io e Erica, 21 luglio 2016
I saluti delle persone a cui sei più affezionata sono (senza alcun ombra di dubbio) i peggiori in assoluto.
Il 21 luglio ho salutato la mia amica Erica: dopo aver trascorso una settimana insieme in Sardegna, io sono tornata a Milano mentre lei avrebbe proseguito la le sue vacanze. E li ho realizzato che se qualcuno in futuro si fosse messo a piangere sarebbe stata la fine per entrambi. Quando ho visto i suoi occhi lucidi i miei hanno deciso di fare altrettanto e la conseguenza, come potete immaginare, poteva essere solo quella...
La mattina del 18 agosto ho salutato Giulia, dopo settimane intense passate sempre insieme in una deserta Milano. E li ho scoperto che non tutti si salutano allo stesso modo: nessuna ha pianto, o aveva gli occhi lucidi. Ma questo per un motivo ben semplice: nessuna delle due si stava rendendo conto veramente di quello che stavamo facendo. Nessuna delle due stava per salire su un pullman per andare in aeroporto: entrambe andavamo ognuna a casa propria, io a continuare le mie faccende, lei per preparare la valigia (sarebbe partita solo il pomeriggio).
Io e Giulia, 18 agosto 2016
Ho impiegato tre pomeriggi per salutare le mie compagne di classe, Alice e Chiara: il risultato era sempre quello. Ci davamo appuntamento il giorno dopo con una scusa per rivederci e ritardare così il saluto. E ancora oggi, ultimo giorno, non mi sembra ancora di averle salutate definitivamente!
Ora sono a casa, in camera mia, seduta sul mio letto al buio e intenta a scrivere questo post con un po' di nostalgia nel cuore perchè sono appena tornata da una serata semplicissima trascorsa in compagnia dei miei amici che mi hanno fatto ridere e divertire semplicemente parlando, senza fare nulla di speciale, e mi rendo conto che, anche se probabilmente li rivedrò domani per i "saluti definitivi", i momenti che potrò ancora trascorrere con loro saranno pochi.

Sai, sei consapevole che tutto ciò ti mancherà, ma allo stesso tempo senti un'irrefrenabile voglia di partire, di andare.
Io, Alice e Chiara, 24 agosto 2016
Vorresti che questi momenti passassero in fretta. Vorresti essere già si quell'aereo. Vorresti risparmiarti i pianti, le lacrime, gli abbracci, le raccomandazioni, le ultime foto, i momenti di silenzio imbarazzanti in cui nessuno sa cosa dire. Vorresti essere inconsapevole, incosciente. Ma poi realizzi la verità e non puoi che provare un po' di tristezza. Senti già nostalgia di casa ancor prima di essere partito e ti chiedi il perchè tu abbia fatto questa scelta; non riesci a concludere questo pensiero che subito dopo il tuo cervello ti invia tutte le risposte: allora ti rendi conto che quello che stai facendo è giusto per te, nonostante sia difficile, duro e triste, è quello che hai sempre voluto. E' il tuo sogno.

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